Da solo, su quella nave che attraversava l’oceano così diverso dal mare della Costa d’Amalfi, senza conoscere una parola di quella lingua straniera che non aveva mai sentito parlare. Lui che non aveva mai lasciato il fazzoletto di terra frastagliata e rigogliosa di natura selvaggia, catapultato in una grande città in fermento.
Mentre ancora cercava di prendere le misure di questa nuova vita che, se non altro, gli stava permettendo di conoscere finalmente quel padre lontano, imparando a viaggiare da pendolare a bordo del treno che lo conduceva al negozio, quel giorno del Blackout di New York, si trovò imprigionato nel suo vagone, mentre il treno attraversava il fiume nel tunnel sottomarino. Quel viaggio nell’ignoto stava davvero rivelandosi un’avventura oltre ogni aspettativa e da quel giorno il giovane Giuseppe giurò che non sarebbe mai più salito su di un treno in vita sua. Promessa mantenuta.
Eppure, nonostante le disavventure e le difficoltà iniziali, la vita a New York di Giuseppe - cittadino statunitense naturalizzato - scorreva serena, tra una partita di calcio con un vero pallone insieme alla piccola squadra fondata con altri immigrati italiani, “ Little Italy “, e il lavoro di garzone nel negozio del padre; in un mondo che offriva la possibilità a tutti di lavorare e vivere con dignità.
Nel frattempo, a Praiano, la bella Margherita, figlia del medico condotto locale, cresceva giocando con le amiche e curando il bel giardino della proprietà di famiglia a Positano.
Niente telefoni cellulari, niente Internet, niente Whatsapp, niente Skype o Zoom, ma lunghe lettere che attraversavano l’oceano per settimane – parole fitte e fotografie in bianco e nero che sfidavano il tempo e le intemperie.
Così un giorno, la sorella Vincenzina, inviò una sua fotografia scattata insieme a Margherita. Ci si può innamorare attraverso una fotografia? Ebbene sì, ieri come oggi. In questo, l’avvento della tecnologia non ha cambiato molto la natura umana. Una fotografia racconta una storia che per ognuno può disegnare orizzonti diversi. Quella fotografia a mio padre raccontò il destino, per tutta la vita.
E grazie a quella fotografia Giuseppe attraversò nuovamente l’oceano, ancora una volta per affrontare un nuovo viaggio verso l’ignoto, ma con la consapevolezza della destinazione a cui sarebbe approdato: l’amore.